Sesso puro ("Pure"), app anti-Meetic

Inventata da due giovani russi, PURE (sito web) è una app per smartphone per la ricerca di partners sessuali, ossia per incontri di una notte. La registrazione e l'uso sono semplicissimi, la privacy garantita.

Gli iscritti selezionano il sesso del partner che desiderano, decidono se vogliono essere ospitati o ospitare, e poi scegliere le persone più attraenti in base a una foto profilo che non deve essere esplicita, e verificano che l'attrazione sia reciproca. L'utente vedrà solo le persone che hanno espresso un gradimento nei suoi confronti - rispondendo con un semplice "ok" o "no way", in caso contrario - che abitano vicino e che sono disposte a un incontro immediato. I sistemi di selezione avvicinano le persone in base alla loro possibilità di ospitare o viaggiare e alla loro posizione geografica. Rispetto ad altri metodi di incontri online Pure dedica una grande attenzione alla privacy dei suoi iscritti.

Le foto e le informazioni sono visualizzabili solo dagli iscritti che hanno delle caratteristiche corrispondenti in fatto di preferenze e posizione geografica. Le immagini e le conversazioni in chat scambiate vengono cancellate dopo un'ora dallo scambio e non vengono salvate sui server di Pure. Per ogni incontro si lascia un feedback dell'utente incontrato, basato sull'affidabilità. Niente buche o foto finte. Chi non si presenta agli appuntamenti viene bannato.

Contro le critiche di chi condanna la pericolosità degli incontri al buio  -  soprattutto per le donne  -  i creatori prendono distanza. Prima di conoscere gli utenti scelti, Pure ricorda agli iscritti di incontrarsi per la prima volta in luoghi pubblici, sicuri e neutrali, e di utilizzare sempre il preservativo durante i rapporti sessuali.

 

In linea con la nuova tendenza delle "application da rimorchio minimal", come le ha definite il New York Magazine in un recente articolo dedicato al fenomeno, e sulla scia del fortunato Grindr, l'apripista del genere dedicato a un target maschile gay, i creatori spiegano che l'idea è nata dall'osservazione della app trova taxi Uber. Amata a New York, Londra, Stoccolma, meno a Milano dove non ha incontrato i favori dei gestori di taxi locali, Uber consente di trovare in ogni momento una macchina disponibile.

Certo un partner non è una macchina, obiettano i critici, ma Sidorenko e Kuthtenko difendono la loro creatura. Loro si definiscono "pomosessuali", contrazione di post moderno e sessuale, ovvero persone libere da ogni tipo di etichetta ma non per questo asessuati, e propongono un mezzo di fruizione sessuale più libero e soprattutto meno cervellotico rispetto ai concorrenti AdultFinder, Blender e Bang with friends.

Un'applicazione facile e giocosa che punta soprattutto al pubblico femminile, troppo spesso penalizzato nei principali siti di incontri online da una presenza maschile eccessiva. Alle donne in cerca di partner in passato aveva già pensato Gleeden, il primo sito di incontri extraconiugali pensato dalle donne. Ma anche lì, si lamentano le iscritte a caccia di fugaci avventure, si finisce spesso per parlare troppo e agire poco.

[da un articolo di Benedetta Perilli per Repubblica]