Sessualità in libreria

“Le donne devono essere pure e passive. Gli uomini invece devono dimostrare costante interesse per il sesso.  Addirittura, c’è chi ancora crede che gli uomini facciano fatica a controllare gli appetiti sessuali, e che le donne non provino alcun desiderio. Questa disparità si avverte anche nel linguaggio: chiamiamo ‘facili’ le donne che vogliamo insultare, mentre l’attacco peggiore che si può fare a un uomo è insultare sua madre”, raccontano a ilLibraio.it Nina Brochmann e Ellen Støkken Dahl, autrici de Il libro della vagina (Sonzogno, traduzione di C. Falcinella).

Il volume, un manuale alla scoperta del corpo femminile, pensato sia per permettere alle donne di accedere a informazioni sulla fisiologia e il funzionamento dei loro genitali, sia per gli uomini che vogliono scoprire il sesso dal punto di vista delle loro compagne, nasce dal desiderio delle autrici di “cambiare il modo in cui parliamo di sesso e identità di genere. Chiarire che anche per le donne è naturale essere sessualmente attive e trarre piacere dal sesso. E smettere di giustificare gli uomini che abusano delle donne”.

Le due autrici, che studiano medicina all’Università di Oslo, svolgono anche attività di insegnamento e assistenza medica e dal 2015 gestiscono un blog molto seguito in Norvegia, Underlivet (La zona genitale).

E infatti l’approccio ‘medico’ al sesso non manca, nemmeno per quel che riguarda la disparità tra i generi, che viene smentita così dalle due autrici: “I genitali, sia maschili sia femminili, si sviluppano dalla stessa matrice. La clitoride è la controparte femminile del pene, ma è sottopelle. Quando una donna si eccita, ha anche lei un’erezione. Per questo non ha senso differenziare uomini e donne come se fossero due specie diverse”.

Continuando a parlare di corpo femminile, il 2018 è anche il ventennale della pubblicazione di un’opera ormai cult, I monologhi della vagina della scrittrice e drammaturga statunitense Eve Ensler. Per celebrare la ricorrenza Il Saggiatore ha riportato in libreria l’opera, tradotta da Margherita Bignardi e da Sarah Barberis, con una nuova introduzione e testi inediti.

“Così necessario allora – questo libro. Così necessario adesso – questo libro”, scrive nella nuova prefazione all’opera Jaqueline Woodson. I monologhi della vagina, infatti, affronta in modo molto esplicito la sessualità delle donne e prende spunto da una serie di interviste che Eve Ensler, che ha subito abusi da parte del padre quando era bambina, ha realizzato negli anni Novanta su donne di ogni età, classe, identità sessuale e razziale.

Concepiti come un’opera teatrale, messa in scena per la prima volta a Broadway, i monologhi nel 1998 sono stati raccolti in un libro e hanno dato origine a un movimento contro la violenza sulle donne, il V-Day, che si celebra il 14 febbraio. Negli anni I monologhi della vagina hanno girato i teatri del mondo e sono stati messi in scena anche da nomi celebri dello show business, tra cui Whoopi Goldberg, Kate Winslet e Cate Blanchett. Nel 2002 la rete HBO ha anche realizzato con Eve Ensler una versione televisiva dell’opera.

Ogni anno ai monologhi viene aggiunto un nuovo testo per sensibilizzare gli spettatori alle problematiche che devono affrontare le donne di tutto il mondo.

“Sto cucinando una soluzione. Sto cucinando della rabbia niente male”, sono le parole di una donna afroamericana nel monologo dedicato ai sopravvissuti all’uragano Katrina. “Cinquanta soldati giapponesi al giorno. A volte ce n’era una nave intera” racconta quello dedicato alle “donne di conforto” coreane.

I monologhi della vagina è infatti una raccolta di voci femminili che si raccontano senza pudore e parlano di mestruazioni, masturbazione, orgasmo, ma anche di stupro, mutilazioni genitali, violenza di genere. Tematiche che, a vent’anni dalla prima pubblicazione del libro, continuano a essere attuali, anche grazie alla rinnovata attenzione dedicata a problematiche come la disparità di genere e la violenza sulle donne.

I monologhi della vagina è una lettura utile per confrontarsi con il sesso, a qualsiasi età perché, come hanno sottolineato anche le autrici de Il libro della vagina, spesso “l’educazione sessuale sembra avere come scopo la mortificazione: si affrontano i rischi, ma non si discute di disturbi dell’apparato genitale, di mestruazioni, ma neanche del piacere”.