A Carnevale ogni gioco vale

Sarà per la voglia di divertimento che precede  la penitenza del mercoledì delle Ceneri, sarà per lo scorrere generalmente abbondante di cibo e alcol (birra vino ecc), sarà per la tradizione del travestimento e delle maschere che per una volta all’anno, consente di  osare e di essere chi non siamo o di essere per un giorno chi vorremmo essere, sarà infine perché a  “Carnevale ogni scherzo vale”, sapendo che si tratta di una parentesi e non della normalità, fatto sta che  a Carnevale il sesso spopola ed è, insieme al passaggio dell’anno, il periodo dell’anno in cui  se ne fa di più. Perché?

C’è un nesso speciale tra  la sessualità ed il Carnevale che affonda le radici nella storia. Lasciamo stare le interpretazioni cosmogoniche e simboliche del Carnevale come allegoria del caos che precede l’ordine, del collegamento tra mondo dei vivi e mondo dei morti ( rivissuto con le maschere) e  limitiamoci a ricordare che  già nell’antica Grecia ( le feste Dionisiache) e nell’antica Roma ( I Saturnali) erano periodi nei quali l’autorità costituita consentiva di trasgredire la legge e le regole  in una mescolanza che aveva appunto nella promiscuità sessuale il suo trionfo tra strati sociali e caste  normalmente e rigidamente separate.

Il Carnevale  che conosciamo oggi nasce nel mondo cattolico,  nel Medio Evo, come recupero delle feste dell’epoca antica di cui ripropongono il senso della trasgressione controllata. Si voleva cioè che in una società rigidamente classista e fortemente scandita da divieti, almeno una volta l’anno il  popolo fosse libero di sfogarsi (senza esagerare) per poi accettare con più rassegnazione il ritorno ai divieti della Quaresima. La trasgressione consentita riguardava tutto il vivere sociale: lo scherzo, i giochi senza distinzione di classi, le scommesse, le gradi mangiate pantagrueliche, ma aveva poi nel sesso il suo culmine per un motivo storico-religioso.

Nel medio Evo  la Chiesa è fortemente sessuofobica, considera il peccato originale come un peccato esclusivamente sessuale e da lì fa discendere tutta una serie di divieti (il sesso si pratica solo a Carnevale, solo l’uomo è attivo e deve muoversi con moderazione; la donna è passiva; sono vietati la sodomia, l’omosessualità, il sesso durante il ciclo, il sesso orale completo, pena 7 anni di digiuno, ecc) che appunto possono essere allentati solo una volta l’anno: a Carnevale.

La Chiesa consente di trasgredire solo in quel periodo, per poi riprendere con più facilità il ferreo controllo  della moralità pubblica  a partire dal mercoledì delle Ceneri.

La tradizione dura secoli ed ha autorevoli testimonianze. Si ricorda la Regina Margot di Francia, travestirsi da popolana per abbandonarsi  tra le braccia dei viandanti delle osterie di Parigi, vescovi e cardinali  fare altrettanto, cafoni e signore mescolarsi nelle notti del martedì e del giovedì grasso, il Carnevale Veneziano e Giacomo Casanova.

Il Carnevale e il sesso oggi

La tradizione  è proseguita fino ai giorni nostri, naturalmente nel solo mondo cattolico. Nel 1999 un articolo della Royal Society of Medicine aveva paragonato il periodo di Carnevale e del Capodanno ad un vero e proprio festival della fertilità, dovuto alle maggiori occasioni di socializzazione ed ad un approccio più edonistico alla vita quotidiana.

Le ricerche successive hanno poi confermato la tendenza appurando tuttavia che  mentre nel mondo antico la vita sessuale e la fertilità erano scandite dall’alternarsi delle stagioni e della luminosità del giorno che favoriscono l’incontro tra le persone, in epoca moderna queste determinanti sono state sostituite dalle  moderne occasioni di socialità: per cui  esiste un nesso forte  tra la fertilità ed i giorni di vacanza, anche semplici “ponti”.

Ne sono testimonianza i dati forniti dai produttori di profilattici  i quali constatano picchi di vendite oltre che a Capodanno anche durante Carnevale, per S. Valentino, e anche per la Festa della mamma!

[Da Staibene.it]