Le donne e il piacere... come siamo cambiate

L’arrivo della pillola, 45 anni fa, ha contribuito parecchio a rivoluzionare la sessualità delle donne, sopratutto in Italia, ma la strada della libertà sessuale femminile è ancora difficile e lunga.

La sessualità femminile nasce in Italia nel 1971 quando la contraccezione smette di essere un reato e la Corte Costituzionale dichiara illegittimo l’articolo del Codice penale che puniva chiunque incitasse all’uso degli anticoncezionali. La pillola, comparsa già negli Anni 60, diventando legale, permette finalmente alle italiane di fare sesso per il piacere senza rischiare di avere figli non desiderati.

L’estate di quello stesso anno Carla Lonzi, teorica del femminismo, pubblica «La donna clitoridea e la donna vaginale», in cui si sostiene che il vero orgasmo è quello clitorideo e non quello vaginale ottenuto con la penetrazione.  Con questa nuova distinzione il clitoride diventa per quell’epoca un “grimaldello psicologico” nella lotta femminista, una vera rivoluzione.  Il ruolo della masturbazione diventa centrale al concetto di femminismo, al punto che alcune associazioni femministe arrivano a negare il sesso vaginale.

Prima del femminismo, una donna per bene non doveva provar piacere ma doveva sempre adeguarsi al piacere maschile con la esclusiva finalità della procreazione!

Cosa rimane oggi di quella rivoluzione partita 45 anni fa?

Se da un lato nessuno (almeno in Italia e in Occidente) può più mettere in discussione il diritto delle donne al piacere nel sesso, dall’altro sembrano ormai altrettanto esagerati alcuni eccessi di quegli anni. Oggi l’idea che esista un tipo più vero (o libero) di orgasmo è sparita. Come è sparita l'idea — sostenuta dalle teoriche radicali americane degli Anni 70 — che le donne nel sesso vengano inevitabilmente ridotte a oggetti del piacere maschile.

La filosofa Martha Nussbaum spiega come in condizioni di parità e di rispetto reciproco uno degli aspetti «meravigliosi» del sesso sia trattarsi a vicenda come oggetti di desiderio e piacere e perdere l’autosufficienza e il controllo che caratterizzano gli altri ambiti della nostra esistenza.

Ma se le donne godono di maggiore libertà non significa che la sessualità sia «finalmente» libera o autentica! Oggi sempre di più esiste l’ansia di prestazione  su cui uomini e donne tendono a valutare se stessi e ciò che fanno a letto. L’attenzione al piacere, anche da parte delle donne, è diventata centrale, ma sempre più spesso viene misurata sull’immaginario della pornografia costringendola nuovamente a ruoli precostituiti.

Secondo Yasmin Incretolli, scrittrice 22enne autore di «Mescolo tutto», la rivoluzione sessuale ormai è sdoganata  ma spesso il sesso viene vissuto, come se fosse un mantra, in modo ritualistico ed estremizzato. Manca una vera educazione alla sessualità a scuola e da parte di molti genitori: L’insegnante per i maschi è Internet e la pornografia. Per le femmine I maestri sono i ragazzi che si scelgono e anche per loro c’è un nesso con il porno, filtrato però dai gusti del loro compagno. Altro che rivoluzione!

Il sesso dovrebbe essere scoperta di sé, non un’ospitalità nel mondo maschile. Non è un caso che oggi tra i temi dei nuovi femminismi, ci sia la riappropriazione in chiave emancipatoria della pornografia: «I movimenti del post-porno hanno dimostrato che è possibile una pornografia diversa», spiega Barbara Bonomi Romagnoli, autrice di «Irriverenti e libere. Femminismi nel nuovo millennio» (Eir, 2014).

È uno dei tanti tentativi delle nuove generazioni femministe di riprendere la questione sessuale. Con una consapevolezza nuova rispetto agli Anni 70: la ricerca di una sessualità più autentica è una liberazione non solo per le donne ma anche per gli uomini!

[con la collaborazione di Elisabetta Rossi]