Sesso, droga e rock 'n roll

Quando ci si riferisce, magari in modo ironico e scherzoso, ad un tenore di vita decisamente sopra le righe, mi vogliate perdonare per il gioco di parole, si utilizza spesso, come un mantra, l’espressione “Sesso, droga e rock 'n roll.”

Questa espressione compare per la prima volta sulle pagine del LIFE magazine nel 1969, utilizzata da un giornalista per definire lo stile di vita dei giovani dell’epoca nello scenario della contestazione, “La controcultura della contestazione ha i suoi sacramenti nel sesso, nella droga e nel rock.”

È pero qualche anno più tardi, nel 1977, che “Sex and drugs and rock 'n roll” diventa un vero e proprio cult, grazie alla pubblicazione di un brano dal titolo omonimo da parte del musicista britannico Ian Dury.

Si tratta di un vero e proprio boom: i giornali, le riviste, gli album musicali e il film si popolano, facendone indigestione, di chiari riferimenti a questo motto, impiegato per descrivere l’aurea fascinosa e trasgressiva che avvolge coloro che seguono e perseguono questo stile di vita facendone quasi una religione.

L’equazione proposta “sesso + droga + rock 'n roll” ha però un risultato a somma zero, non esiste infatti nulla di più impattante delle sostanze stupefacenti sulla sfera della sessualità.

Come ci spiega il Dott. Luciano Saso, del Dipartimento di Farmacologia delle Sostanze Naturali e Fisiologia Generale, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma nella sua pubblicazione dal titolo “Effetti delle sostanze d’abuso sulla risposta sessuale” pubblicata su Ann Ist Super Sanità (2002), le sostanze stupefacenti, alle quali sono spesso attribuiti “poteri afrodisiaci” producono sulle prestazioni sessuali effetti diametralmente opposti a quelli desiderati.

In questo articolo analizzeremo gli effetti dell’alcol, dopo aver esaminato, in chiave semplificata, la struttura della risposta sessuale umana, per poi approfondire in futuri contenuti anche le conseguenze prodotte da cocaina, eroina e cannabis.

La risposta sessuale umana prevede il susseguirsi delle seguenti fasi: 1. Desiderio, 2. Eccitazione, 3. Orgasmo, 4. Appagamento. Sia le donne che gli uomini possono riscontrare diverse disfunzioni sessuali che riguardano tutte e quattro le fasi interessate. Le più comuni nella popolazione maschile sono la disfunzione erettile e l’eiaculazione precoce, mentre le più diffuse nella popolazione femminile sono i disturbi dell’eccitazione e dell’orgasmo e diverse forme di dolore associate all’atto sessuale, specialmente alla penetrazione.

Utilizzato fin dai tempi antichi come eccitante in virtù delle sue proprietà disinibenti, l’alcol produce in realtà effetti nocivi sulla sessualità, determinando un calo del desiderio, una risposta erettile inibita, una diminuzione della lubrificazione vaginale ed un’aumentata difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo.

Se tali effetti si riferiscono al consumo acuto di alcol, il consumo cronico può portare invece anche a conseguenze di maggiore entità e durata, come disturbi mestruali ed infertilità.

“I meccanismi responsabili di queste disfunzioni sono complessi e non del tutto chiariti, ma è noto che l’alcol aumenta il catabolismo epatico del testosterone (T) e la sua conversione in estrogeni (estradiolo) ad opera dell’enzima aromatasi. Quest’ultimo fenomeno sembra essere coinvolto anche nell’aumento dei livelli di estradiolo nelle donne in post-menopausa che assumono moderate dosi di alcol. Inoltre, le bevande alcoliche potrebbero avere un effetto “femminilizzante” diretto anche in virtù del loro contenuto in fitoestrogeni” scrive il Dott. Saso.

Oltre a ciò, il consumo cronico di alcol può intaccare la morfologia e la motilità degli spermatozoi che infatti, negli alcolisti, risultano significativamente alterati.

Nelle donne, l’etilismo si associa spesso a dispareunia, riduzione dei livelli di estradiolo, iperprolattinemia e persino amenorrea. Le ovaie inoltre possono risultare più piccole e prive di sviluppo follicolare.

L’alcol inoltre inibisce anche il rilascio di ossitocina, un ormone che viene liberato in grandi quantità durante la risposta sessuale maschile e femminile e che svolge nella riposta sessuale un’importante funzione.

L’ossitocina infatti favorisce il desiderio sessuale provocando l'eccitazione sia biologica che psicologica ed alimenta il desiderio sessuale e il piacere durante l’orgasmo, aumentando inoltre la sensibilità del clitoride. Allo stesso tempo l’atto dell’orgasmo già di per sé incrementa i livelli di ossitocina, la quale è anche responsabile della stimolazione dei recettori per gli estrogeni e il progesterone, creando quindi le condizioni biologiche per un potenziamento della risposta sessuale.

Oltre agli aspetti che finora abbiamo considerato, è opportuno riflettere sul fatto che il consumo eccessivo di alcol svolge un ruolo cruciale anche nei casi di aggressione sessuale.

Da un lato, durante le prime fasi dell’interazione tra aggressore e vittima, l’aggressore valuta la probabilità che la vittima voglia consumare un rapporto sessuale con lui. Si tratta di una valutazione processuale, che si compone anche dell’attribuzione di significato, da parte dell’aggressore, a tutti quei segnali verbali e non verbali del comportamento della vittima che possono fargli intendere la disponibilità o meno all’incontro.

L’alcol, agendo direttamente sulla capacità cognitiva di elaborazione degli stimoli ambientali e riducendo la trasmissione dei segnali a livello del sistema nervoso centrale, può contribuire ad un’errata percezione da parte dell’aggressore che tende a considerare come più incoraggianti i comportamenti della vittima, tendando quindi un approccio sessuale non desiderato.

Dall’altro lato gli stessi deficit cognitivi associati al consumo di alcol possono di per sé aumentare la probabilità che l’aggressore si comporti in modo violento per ottenere gratificazione, poiché questi sperimenterà una maggiore difficoltà nel considerare soluzioni alternative e non violente per raggiungere la soddisfazione sessuale.