Sex Factor

E' l'ultima frontiera del talent: otto donne e otto uomini pronti a contendersi lo scettro di nuova star a luci rosse. In palio un milione di dollari.

Qualcuno scherzosamente ha detto che per vincere questo reality non sarà sufficiente avere il fattore “X”, ma sarà necessario possedere quello “XXX”. Perché Sex Factor  è il primo show in cui i concorrenti dovranno darsi da fare per dimostrare di avere abbastanza talento per sfondare nell’industria del porno. Lo show a luci rosse, che sarà presentato dalla pornostar nippo-americana Asa Akira, conterà 10 episodi e sarà visibile online dal 19 maggio, tenta di sfruttare il successo dei reality: ad avere l’idea è stato il produttore Buddy Ruben, che pur non avendo nessuna esperienza nel settore e con alle spalle soltanto un lavoro di venditore di software in un’azienda della Silicon Valley, ha pensato che il porno fosse l’ultima frontiera che questo genere televisivo non aveva ancora toccato.

A contendersi il primo premio del valore di 1 milione di dollari, che prevede una parte in contanti e un contratto di tre anni con un produttore di film hard, saranno otto maschi e otto femmine: non solo dovranno riuscire a perdere ogni inibizione per rendere al meglio di fronte alla macchina da presa, ma dovranno dimostrare anche di avere il talento che potrà renderli delle star, convincendo Tori Black, Remy LaCroix, Lexi Bell e Keiran Lee, i quattro giudici professionisti dell’industria che lavoreranno come mentore ciascuno per la propria squadra.

“È importante che nessuno dei concorrenti sia mai stato filmato prima in una scena di sesso”, ha spiegato Ruben “perché altrimenti basterebbe guardarsi uno qualsiasi dei video hard di attori che fanno sesso nella miriade di siti che online li offrono gratuitamente”.

Tra questi c’è anche XHamster, che ha comprato lo show e lo trasmetterà online, annunciando anche di avere affidato a Ruben la preparazione di altri due spettacoli per il 2017. Ruben che aveva annunciato l’inizio delle riprese della trasmissione già due anni fa, forse sperava nel frattempo di concludere un accordo per la trasmissione almeno con qualche pay-per-view, ma ha poi dovuto ripiegare sul web, dove pur essendo il programma visibile a chiunque si colleghi al sito, non c’è il rischio di incorrere in censura preventiva e proteste degli spettatori.

L’acquisizione dello show da parte della società che offre filmati porno gratuiti in rete, come i concorrenti a YouPorn, RedTube e decine di altri ancora, sembra una risposta alla crisi che ha colpito l’industria, prima affossata proprio dall’esplosione dei contenuti gratuiti sul web, senza più poter monetizzare la vendita di Dvd, e successivamente ingolfata dall’eccesso di offerta in rete, tanto da richiedere lo studio di nuove strategie di marketing per attrarre l’audience!

[da espresso.repubblica.it di Marco Consoli]